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Il valore particolare di questo libro è il rapporto, la relazione stretta, tra la pratica sociale e politica del protagonista e l'impegnata ricostruzione critica dei passaggi che hanno segnato la sinistra in Italia. È la storia originale di un intellettuale militante, eretico e "fuori dal coro", che ha il merito di riportare alla luce una vicenda, niente affatto trascurabile, quella del socialismo di sinistra e rivoluzionario: una scelta culturale e politica, senza numi tutelari. Brunetti riannoda questa presenza con una componente del PSIUP e, al suo scioglimento, ne marca attivamente l'esistenza, attraversando rotture e unificazioni, nelle formazioni della nuova sinistra di classe, fino a Rifondazione Comunista che è stato il partito delle maggiori novità e delle speranze deluse. L'autore del libro richiama all'attenzione un'"eresia": la corrente del socialismo libertario, storico-rivoluzionario con tendenza per il comunismo, ma non appartenente alla storia dei partiti comunisti. Una vicenda certamente interessante che, dentro l'attuale Caporetto della sinistra italiana, dovrebbe spingere alla curiosità. Varrebbe la pena di farne tesoro. Prefazione di Fausto Bertinotti.